Salone del Mobile 2018: il design ritorna protagonista
Il 17 aprile sarà inaugurata a Milano la 57esima edizione del Salone del Mobile. La prestigiosa manifestazione si svolgerà, come dichiarato in una conferenza stampa del 7 febbraio, “con l’immagine di una Milano al centro del processo di rinnovamento si apre il Manifesto del Salone del Mobile, che intende fungere da volano verso un nuovo modo di pensare alla manifestazione e alla città, per consolidarne il processo di internazionalizzazione e il ruolo di leadership conquistato negli anni.”
Infatti, i numeri della precedente edizione sono di ottimo auspicio. La città di Milano e l’Italia si confermano come punti di riferimento del design e dell’innovazione, facendo registrare oltre 343mila presenze da 165 Paesi (il 10% in più rispetto all’edizione 2015). Con 1.500 eventi organizzati, la città ha attirato quasi 500mila persone, con una stima per l’indotto turistico di circa 230 milioni di euro.
L’industria del mobile in Italia è tra le più importanti del settore manifatturiero. Secondo i dati diffusi dal World Furniture Outlook, nel periodo 2010-2016 il nostro Paese è risultato il terzo esportatore mondiale, collocandosi dietro Germania e Cina. Il Sole 24ore riporta, per l’anno 2016, ricavi di 41 miliardi di euro. Un’industria che dà lavoro a oltre 320mila persone.
Il nostro vantaggio competitivo è soprattutto nel design. Questo termine, in uso a partire dalla seconda metà del secolo scorso, sintetizza – secondo la definizione dell’UIBM – “la ricerca di una perfetta simbiosi tra forma e funzione, un’integrazione il più possibile efficace e armonica tra aspetti tecnologico-funzionali e qualità estetico-formali”. Un oggetto di design, quindi, coniuga l’aspetto estetico e la ricerca formale con l’adozione di funzionalità e soluzioni tecniche innovative.
L’Italia vanta un’ottima reputazione internazionale a livello di design, con oltre 70 aziende presenti nel ranking dell’IF product design award, e con celebri prodotti industriali esposti alla mostra permanente del MOMA di New York.
Anche il settore del design non è immune dai rischi della contraffazione. L’imitazione fraudolenta di un prodotto danneggia l’industria e genera fenomeni di concorrenza sleale. Un danno che provoca crisi nei fatturati, e di conseguenza mina la capacità aziendale di investire risorse in ricerca e sviluppo – necessarie proprio allo sviluppo di prodotti più innovativi.
Secondo le stime della Banca Mondiale, riportate nel World Development Report, il volume complessivo dei prodotti contraffatti ha un valore globale di 350 miliardi di euro. Nonostante la difficoltà nel quantificare con esattezza il danno dei prodotti di design contraffatti, la Federlegnoarredo nel 2013 ha diffuso dati allarmanti: il giro della contraffazione nel mondo del design e dell’arredamento avrebbe un valore di 5 miliardi di euro (1,4 solo in Italia).
Ma in cosa consiste la contraffazione di un prodotto di design, viste le peculiarità di questo settore? L’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi riporta alcuni esempi. Oltre al tentativo di copia di un prodotto, possono essere introdotte in quest’ultimo minime variazioni in modo da rendere il nuovo oggetto confondibile con un design registrato – il modo più semplice per ingannare il consumatore. A ciò, si può aggiungere il tentativo di contraffazione del marchio. Quest’ultimo fenomeno ha spesso lo scopo preciso di sfruttare il prestigio del Made in Italy.
Come ci si può difendere dal fenomeno? Secondo l’UIBM, il problema è innanzitutto di cultura: dovrebbe esistere un senso di responsabilità da parte dei consumatori. Spesso, infatti, l’acquisto di una copia è consapevole: si preferisce l’acquisto del falso per il suo basso costo. In ogni caso, si dovrebbe comunque diffidare di prodotti offerti a un prezzo stracciato, e bisognerebbe rivolgersi presso rivenditori autorizzati in grado di fornire le dovute garanzie sull’originalità e sulla provenienza del prodotto. Un’attenzione che dovrebbe essere posta anche quando si fa shopping online. Infatti, internet è spesso il canale privilegiato per l’acquisto inconsapevole di merce contraffatta.
La legge italiana mette a disposizione delle aziende diversi strumenti per proteggere il design. Il primo è la registrazione di modelli e disegni, che consente di sfruttare una forma o una decorazione innovativa in modo esclusivo. La procedura di richiesta ha una certa complessità, poiché il disegno o il modello devono dimostrare di possedere il requisito di novità e un carattere individuale rispetto ai prodotti già noti ad un utilizzatore informato.
Il secondo strumento a disposizione è il Diritto d’Autore. In questo caso viene tutelato il valore artistico del prodotto. La legge protegge anche le forme distintive di un prodotto, a seconda dell’ambito di appartenenza. Per esempio, famosi soft drinks o alcolici hanno bottiglie dall’aspetto inconfondibile – che richiamano in modo inequivocabile la realtà imprenditoriale da cui derivano.
Le aziende hanno così la possibilità di proteggere il vantaggio competitivo del proprio design di prodotto grazie a un’adeguata strategia di tutela. Grazie a un team di consulenti dotato di consolidata preparazione legale e tecnica, Barzanò & Zanardo ha sviluppato un percorso per accompagnare l’imprenditore attraverso le varie fasi che portano alla registrazione di un design. Innanzitutto, è necessario comprendere la storia dell’azienda e analizzare da ogni punto di vista le peculiarità del prodotto. Se ne identificano punti di forza e criticità. Si possono anche proporre al designer migliorie per aumentare le probabilità di registrazione.
Affiancando l’impresa, viene inoltre delineata una strategia di deposito che prende in considerazione il budget stanziato, i mercati di interesse, e gli strumenti disponibili. Il team segue la procedura di preparazione e deposito della domanda, aiutando ad ottenere la registrazione e a mantenerla in vita. La consulenza di Barzanò & Zanardo prosegue anche dopo questa fase, attraverso un’attenta sorveglianza del mercato, per aiutare il cliente a individuare eventuali violazioni e prendere le adeguate contromisure legali, oppure nell’assistenza nelle trattative di compravendita o concessione in licenza dei vari titoli di privativa.